La casa è situata a 200 mt. da piazza Navona, a due passi da Campo de’ Fiori e Castel Sant’Angelo. Dalla casa si possono raggiungere a piedi i maggiori monumenti della capitale: da San Pietro ai Musei Vaticani, dai Fori Imperiali al Pantheon, da Fontana di Trevi a Trinità de’ Monti, fino al Colosseo.
Un delizioso attico, nel cuore di Roma, in un palazzetto del Settecento, posto al terzo piano (senza ascensore), con parquet e i soffitti tutti cassettonati o con antiche travi di legno a vista.
La casa, tutta arredata con mobili d’epoca ed etnici, si dispone in tre camere; due da letto, una matrimoniale e una singola, un soggiorno con camino funzionante e divano letto matrimoniale, più cucina, bagno, sala lettura con fornitissima libreria sul soppalco abitabile e un magnifico terrazzo, dove far colazione o cenare, tra i tetti e le cupole dell’antica Roma.
L’appartamento è fornito di cucina, bagno, soppalco abitabile con libreria e un magnifico terrazzo, dove far colazione o cenare, tra i tetti e le cupole dell’antica Roma. Biancheria, una cucina ben attrezzata, lavatrice, tv, aria condizionata, riscaldamento, camino a legna funzionante e connessione internet WiFi in fibra ottica completeranno di ogni comfort la vostra vacanza.
Vivi l’esperienza unica di un soggiorno nel cuore pulsante di Roma, vicino a tutte le attrazioni.
La casa è ubicata in un piccolo vicolo pedonale nel centro storico di Roma, traversa di via del Governo Vecchio, ricca di boutique, bar, locali e ristoranti; vicinissima piazza dell’Orologio dove c’è un famoso campanile del Bernini, visibile anche dalla terrazza dell’abitazione. A 200 mt. da piazza Navona, a due passi da Campo de’ Fiori e Castel Sant’Angelo. Dalla casa si possono raggiungere a piedi i maggiori monumenti della capitale: da San Pietro ai Musei Vaticani, dai Fori Imperiali al Pantheon, da Fontana di Trevi a Trinità de’ Monti, fino al Colosseo.
NIDO TRA LE CUPOLE
Nel cuore di Roma
“Nido tra le cupole” è situata nel cuore di Roma, a breve distanza da Castel Sant’Angelo e da Piazza San Pietro.
Non è facile descrivere Roma. Ci hanno provato molti scrittori, artisti o persone semplici e molto e sempre ci sarebbe ancora da aggiungere. In primavera, il colore del cielo è di un azzurro cobalto speciale e la luce che si rifrange tra le cupole, i palazzi, i monumenti e i vicoli non si lasciano spiegare in poche parole. Per questo lasciamo che sia un brano di Quer pasticciaccio brutto de’ via Merulana, scritto da un milanese che ha molto amato Roma, Carlo Emilio Gadda, a narrare qualche emozione che la città eterna può suscitare…
I romani la meringa la chiamano “sputo di monaca”, un tipo di pasta corta “i diti di cardinale” e un altro tipo lungo “gli strozzapreti”. Non c’è dubbio che secoli di dominio pontificio, abbiano creato un certo senso dissacratorio nell’animo degli abitanti capitolini. Ma è anche un animo che ancora mostra i suoi perché nella storia della città. Sono ancora visibili, infatti, le stanze della tortura nei sotterranei di Castel Sant’Angelo, le celle dove anche Galileo Galilei fu costretto a trascorrere delle notti o anche molte donne tacciate di stregoneria.
Il Rione Ponte prende il nome dal vicino Ponte Sant’Angelo, che conduce all’omonimo castello, ma l’attuale ponte sant’Angelo riprende l’antico ponte Elio, fatto costruire dall’imperatore Adriano per collegare il suo mausoleo al resto della città.
Tale ponte fu poi detto pons vaticanus, perché connetteva la zona del Vaticano al resto della città e pons ruptus (ponte rotto), perché era diroccato in tempi medioevali. Nell’antica Roma in questa zona c’era un porto che veniva utilizzato per portare i materiali necessari alla costruzione delle grandi opere nel Campo Marzio.